L’ambiente e il far west apuano

“ROSSI DICE MALE DI GIANI? SONO DECENNI CHE LA TOSCANA È GOVERNATA DA LOBBISTI CHE ASSASSINANO L’AMBIENTE: NIENTE DI NUOVO SOTTO IL SOLE DI QUEL POTERE FEUDALE CHE NON TOLLERA DI ESSERE INTACCATO”

L’organizzazione di volontariato Apuane Libere, nel presentare le proprie osservazioni al Provvedimento Autorizzativo Unico Regionale relativo al Piano di coltivazione della cava Cervaiole nel comune di Seravezza, punta il dito contro tutte le maggioranze succedutesi in Toscana dalla costituzione dell’ente ad oggi. “La commissione d’inchiesta regionale sulle infiltrazioni mafiose in Toscana? Tempo perso: nella grande mangiatoia toscana, pappano indiscriminatamente maggioranza e opposizione.”

Firenze, 26 maggio 2021

Apuane Libere, a seguito del grande clamore suscitato dalla recente inchiesta su quei fanghi che le concerie sono state autorizzate a sversare in Arno e sui mix venefici sotterrati sotto i vari manti stradali, vuole accendere i riflettori anche sul Far West apuano, dove gli emendamenti pro marmotrafficanti votati nel recente Piano Regionale Cave – passati nel silenzio generale – stanno fattivamente regalando un patrimonio geologico di tutta l’umanità, a famiglie di incravattati con i partiti locali.

Ci teniamo ad informare – fanno sapere dal tritone apuano – che i siti estrattivi che divorano il suolo montano dentro e fuori il Geoparco Unesco delle Alpi Apuane, sono, a differenza del trend nazionale, in aumento: questo grazie a quei chirurgici commi proposti e votati da quel Partito Distruzione (PD), che sta facendo sbriciolare l’irripetibile paesaggio di quella che un tempo era considerata una delle più belle regioni al mondo.

Non siamo minimamente stupiti che le politiche ambienticide portate avanti dalla giunta Giani siano in piena continuità con l’uscente giunta Rossi: tutto ciò rientra nel solco della tradizione del centro sinistra toscano, fatto di governi regionali che, per coltivare i propri bacini elettorali – quando la prassi è pulita –  autorizzano le peggio nefandezze ai danni dell’aria, dell’acqua, del suolo, della flora e della fauna nostrane.

Ieri, per quanto di nostra competenza, abbiamo certificato agli uffici regionali, tutta la nostra contrarietà al nuovo piano di distruzione previsto in Alta Versilia, dove, alle pendici della montagna di Michelangelo – il Monte Altissimo – un avida società per azioni vorrebbe appropriarsi di ulteriori 1.820.000 tonnellate di suolo in mappali della collettività (è bene ricordare ai meno informati che a seguito della sentenza del 8 luglio 2020 emessa dal Commissario per la liquidazione degli Usi civici per Lazio, Toscana e Umbria, in quelle aree non si può escavare).

“Adesso tocca al governo regionale smentirci – spiega Gianluca Briccolani presidente dell’associazione – rigettando in toto questo nuovo progetto di macelleria ambientale per di più interessante fondi occupati senza titolo, dimostrando a questo modo di non essere asservito alle peggio lobby, spesso di natura criminale, che rapinano i beni della collettività. A volte – commenta l’alpinista fiorentino – mi trovo io stesso in imbarazzo di fronte a tutti i nostri attivisti volontari, i quali, rimasti gli unici “don chisciotte” ad occuparsi giornalmente e gratuitamente di monitorare e segnalare i reati ambientali sulle montagne apuane, sono ormai stufi di svolgere la propria opera di denuncia per poi vedersi sovvertire dalla politica partitica, quelle ormai poche leggi che tutelano l’ambiente montano.

Ora che le deroghe agli amici degli amici stanno venendo al pettine, nessuno può più permettersi di dire io non c’ero ed il nostro progetto ambientale inizierà a fare nomi e cognomi di coloro che da consiglieri regionali di maggioranza e di minoranza, da sindaci e amministratori locali e da presidente e direttori dei vari enti preposti ai controlli, sono i mandanti morali del sistematico sterminio di un’intera catena montuosa.

Dentro il Parco Regionale delle Alpi Apuane – continua il presidente – dove ragion vorrebbe la natura sia protetta, ci sono invece 39 aree tumorali dove i vigenti codici dell’ambiente e codici del paesaggio sono stati esautorati della propria valenza di leggi sovraordinate, creando di fatto una situazione dove la certezza del diritto e la normativa viene interpretata da illustri giuristi a vantaggio degli interessi personali di pochi.

Dato che in Toscana è la disonestà a pagare – conclude Briccolani – il famoso emendamente concerie scritto nelle stanze di Palazzo Strozzi Sacrati, che avrebbe portato arricchimento a pochi e veleno per tutti, non ci ha sorpreso più di tanto, perché è sulle nostre amate montagne martiri è prassi comune arretrare linee di confine di un Parco ormai ostaggio delle multinazionali del carbonato di calcio e di imprenditori che “lavorano” – autorizzati e protetti a tutti i livelli – nella più diffusa illegalità.”

Un commento su “L’ambiente e il far west apuano

  1. Penso che con una memoria come questa, inoltrata e rappresenta nelle sedi giuste, darà filo da torgere ai mercenari delle Apuane. Però sbrighiamoci……