Firenze, 30 settembre 2022
Nel pomeriggio di mercoledì 28 settembre una delegazione delle associazioni ambientaliste, Apuane Libere e Gruppo d’intervento Giuridico – guidata dai propri rispettivi referenti Gianluca Briccolani e Alberto Grossi – è stata ufficialmente ricevuta dall’assessora regionale all’ambiente Monia Monni.
“Durante il lungo colloquio” – fanno sapere dal tritone apuano – “abbiamo voluto portare all’attenzione dei funzionari e dei politici presenti, la comatosa condizione ecologica in cui versa la catena montuosa delle Alpi Apuane, vittima secondo noi di una colpevole mancanza di presidio e tutela ambientale da parte di quell’ente Parco che avrebbe questo come fondamentale compito. Un Parco Regionale che anziché schierarsi a tutela degli ecosistemi presenti dentro i propri confini, assicurando un futuro a un ambiente unico e agli abitanti di quei territori, si prodiga troppo spesso nell’agevolare la riapertura di cave chiuse da decenni. Non solo, ma incentiva l’assurda pratica dell’escavazione in galleria -anche in Zone a Protezione Speciale (ZPS)- sta stroncando letteralmente le vene idriche di questi monti toscani i quali sono ricchi di acqua purissima. Le lavorazioni in galleria infatti stanno facendo diventare queste povere montagne una sorta di “formaggio con i buchi”. Si intercettano i corsi d’acqua che vengono deviati o seccati e tutto questo influisce sul paesaggio in superficie dato che quando si modifica il sottosuolo, di conseguenza, si modifica il soprasuolo con problemi alla flora e alla fauna: cosicché cambia la catena alimentare degli animali e tutti gli habitat.”
Sempre alla rappresentante della Giunta Regionale Toscana, i militanti intervenuti hanno riportato le istanze dei precedenti incontri avuti con Arpat, col comando regionale dei Carabinieri Forestali, con l’Autorità di Bacino e la Soprintendenza. In tutti gli incontri con i militanti ambientali lamentano tutti le gravissime carenze di personale, alcune delle quali hanno suscitato forte stupore persino nella massima esponente dell’ambiente toscano.
Prima di accomiatarsi dall’importante incontro, i soci di Apuane Libere – accompagnati dai veterani del Grig – hanno consegnato alla Assessora Monni un dossier fotografico di quasi 200 pagine dal titolo <<L’insostenibilità ambientale nel Parco Naturale Regionale delle Alpi Apuane: inquinamento, abusi, illeciti>>, con il quale hanno voluto presentare tutto il lavoro svolto in 17 mesi dalla costituzione della loro organizzazione di volontariato. Oltre a questo sono state consegnate da Alberto Grossi (già ambientalista dell’anno nel 2015) delle statistiche sul depauperamento ambientale ed economico del territorio, che incide su quella falsa narrazione che vuole le cave come panacea economica per gli abitanti dei paesi interessati.
“Finalmente – spiega Gianluca Briccolani presidente di Apuane Libere – dopo mesi dalla nostra prima richiesta d’incontro, siamo stati ospiti dell’Assessora all’Ambiente Monia Monni nel suo ufficio fiorentino, per evidenziare le molteplici problematiche ambientali che sono presenti in quella catena montuosa che cerchiamo di tutelare con gli strumenti a disposizione dei cittadini attivi: quello delle segnalazioni, delle denunce e del presidio territoriale. È stato un incontro amichevole ma deciso, in cui abbiamo esposto a pieno anche tutti i timori che il nuovo Piano Integrato per il Parco porta con sé, sia per quanto riguarda la rimodulazione dei confini delle Area Contigue di Cava, che per quanto concerne le compensazioni donate ai comuni a fronte delle paventate chiusure di alcuni siti estrattivi.
Abbiamo inoltre proposto – continua il Presidente – degli obiettivi strategici stringenti: l’applicazione senza deroghe della legge nazionale che vieta scavi a cielo aperto ed in galleria sopra i 1200 metri, il decadimento delle concessioni per quelle Ditte che eseguono lavori non autorizzati, la caducazione di quelle cave inattive da oltre 10 anni ed infine l’obbligo di presentazione una relazione di un climatologo il quale attesti che gli sbassi e le gallerie non potranno incidere sul cambio del clima di una parte di montagna che venga a mancare.
L’incontro, non solo ha toccato i temi ambientali più stringenti, ma anche quelli della legalità e quelli economici dei territori, dove i paesi sono le vittime di una mancanza di una seria pianificazione e transizione ecologica dei loro stessi comuni. Un territorio dove la comunità, fino alla costa, paga la depurazione del bene essenziale per eccellenza inquinato da privati, l’acqua: tutto questo in anni in cui si fa sempre più urgente l’agenda europea 2030 delle nazioni unite sullo sviluppo sostenibile e soprattutto la tutela dell’acqua potabile, come riportato dalla direttiva quadro dell’UE sulle acque e per di più in anni in cui le condizioni subite da tutti noi nell’estate appena trascorsa rischiano di essere la normalità per le estati a venire.
In fatto di tutela dell’ambiente apuano – conclude Briccolani – ci aspettiamo da parte del governo regionale una netta inversione di tendenza, a maggior ragione adesso che sta per essere adottato il nuovo Piano Integrato per il Parco, che desta in tutti gli innamorati delle Alpi Apuane, delle fortissime preoccupazioni. Le cave vanno chiuse e non riaperte.”
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